Attraverso gli occhi di tua madre hai imparato a guardare il mondo, ma soprattutto a vedere te stesso. Quegli occhi sono stati il primo specchio che ha riflesso il tuo essere, la prima finestra da cui hai osservato la vita, i tuoi sentimenti e i tuoi sogni. Sono stati occhi che non si limitavano a guardarti, ma che ti hanno insegnato a guardare: a percepire, a interpretare, a dare un senso a ciò che sentivi e vivevi. È attraverso quegli occhi che hai imparato a navigare le tue acque emotive, a sognare, a sentire chi sei e come sei. Ma quegli occhi, così potenti, possono essere stati anche filtri distorti: occhi che giudicano, che cercano il difetto, che vedono prima ciò che manca invece di ciò che c’è.

Quando gli occhi di tua madre sono stati segnati da dolore, da lamentele o da aspettative non realizzate, quella visione si è radicata in te come una lente inconscia, un’abitudine a guardarti con sospetto, a giudicare prima di accogliere, a correggere prima di amare. Quegli occhi sono diventati un filtro che ha condizionato il tuo modo di relazionarti con te stesso e con gli altri, una lente che, senza volerlo, ti ha insegnato a cercare il problema prima della bellezza.
E così, anche oggi, potresti accorgerti di quanto sia difficile accogliere pienamente l’altro o te stesso. Prima ancora di aprire il cuore, il tuo sguardo potrebbe cercare il difetto, il limite, ciò che non funziona. Solo dopo, forse, arriva la comprensione, ma non è una comprensione spontanea: è un processo razionale, quasi forzato. Questo schema non nasce da te, ma da quello che hai interiorizzato. E’ un riflesso di quegli occhi che ti hanno guardato nei primi anni di vita e che hanno insegnato al tuo cuore a restare in difesa.
Le costellazioni familiari sono un ponte di consapevolezza, uno spazio in cui puoi osservare come lo sguardo di tua madre – e più in generale gli eventi familiari – abbia influenzato il tuo modo di vivere, di percepire, di amare. Puoi portare alla luce quel filtro, riconoscerlo e, se necessario, trasformarlo. Liberarti del peso di uno sguardo giudicante non significa rinnegare tua madre, ma riconoscere la sua storia e comprendere ciò che è suo, ma non deve essere più tuo.
Quegli occhi, che ti hanno formato, non devono definire per sempre il tuo modo di vivere. Ora puoi scegliere di guardare te stesso con occhi nuovi, più gentili, più accoglienti. Puoi chiederti: sto vedendo attraverso i miei occhi o attraverso quelli di mia madre?
E puoi iniziare, con consapevolezza, a liberarti da quel filtro che non ti appartiene. Perché guardare il tuo mondo interiore attraverso gli occhi del cuore, senza giudizi, è un atto d’amore verso di te.
Riconoscere la forza e l’impatto, di quegli occhi è comprendere il loro riflesso su di te aiuta a scegliere consapevolmente come guardarti e come vivere. È così che trasformi quello sguardo iniziale in un atto di libertà, guardando il mondo, i tuoi sogni e le tue emozioni con occhi che, finalmente, sono i tuoi.
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